Patologie

Cataratta

La cataratta è un’opacizzazione del cristallino dell’occhio, che può causare una visione sfocata, annebbiata o distorta. Questa condizione si sviluppa gradualmente e può essere influenzata da fattori come l’invecchiamento, il diabete, l’esposizione prolungata ai raggi UV e alcune malattie oculari.

La cataratta si tratta efficacemente solo attraverso un intervento chirurgico ambulatoriale.

I diversi tipi di Cataratta

La cataratta acquisita, che non è presente alla nascita, può essere classificata in base a diverse caratteristiche, tra cui le cause, la localizzazione e il grado di opacità del cristallino.

Classificazione in base alle cause:

  • Cataratta giovanile: si sviluppa in individui di età inferiore ai 65 anni.
  • Cataratta senile: colpisce le persone a partire dai 65 anni.
  • Cataratta traumatica: insorge a seguito di un infortunio agli occhi.
  • Cataratta iatrogena: causata da farmaci, come i corticosteroidi.
  • Cataratta secondaria: associata ad altre patologie oculari o sistemiche.

Classificazione in base alla localizzazione:

  • Cataratta nucleare: opacizzazione del nucleo del cristallino.
  • Cataratta corticale: interessa la parte esterna del cristallino.
  • Cataratta sottocapsulare: può essere anteriore o posteriore, e colpisce la zona immediatamente sotto la capsula del cristallino.

Classificazione in base al grado di opacità:

  • Cataratta immatura o iniziale (grado 1): opacità lieve.
  • Cataratta matura (grado 2-3): opacità moderata.
  • Cataratta ipermatura (grado 4): opacità avanzata.
  • Cataratta morgagnana (grado 4): caratterizzata da liquefazione della corticale e perdita della struttura del cristallino.

Cataratta senile

L’età avanzata rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo della cataratta. Statistiche indicano che circa il 30% delle persone sopra i 65 anni manifesta questa condizione in uno o entrambi gli occhi, con una percentuale che sale al 71% per coloro che superano gli 85 anni. Questo evidenzia chiaramente la forte connessione tra invecchiamento e insorgenza della cataratta.

Quando non sono presenti traumi o patologie metaboliche, si fa riferimento alla cataratta senile.

La cataratta non riguarda solo i più anziani; infatti può manifestarsi anche alla nascita. Diverse cause possono contribuire allo sviluppo di una cataratta congenita, tra cui:

  • l’assunzione di corticosteroidi da parte della madre durante la gravidanza,
  • alterazioni metaboliche nel feto o nella madre,
  • malattie contratte durante il periodo gestazionale,
  • sindrome di Marfan,
  • predisposizione genetica alla patologia.

In questi specifici casi si parla di cataratta congenita.

Quali sono i sintomi

Il sintomo più evidente è senza dubbio la perdita progressiva  di nitidezza delle immagini. A questo sono ne sono associati altri come:

  • una maggiore sensibilità alla luce
  • aloni intorno alle sorgenti luminose
  • ridotta visibilità notturna
  • diminuzione del contrasto delle immagini e variazione del difetto visivo preesistente, che può richiedere un aggiornamento frequente degli occhiali.

Le cause

Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare una cataratta in età più giovane, tra cui:

  • Esposizione ai raggi ultravioletti
  • Traumi oculari 
  • Uso di farmaci 
  • Malattie sistemiche
  • Malattie oculari
  • Stili di vita poco salutari
  • Miopia elevata

La diagnosi

Per diagnosticare la cataratta, l’oculista effettuerà una visita oculistica completa, utilizzando strumenti specifici per valutare le caratteristiche dell’opacità del cristallino, come il tipo, le dimensioni e la posizione dell’opacità stessa.

In seguito, potrebbero essere necessari ulteriori esami non invasivi per determinare l’idoneità all’intervento, la tecnica da utilizzare e il tipo di lente intraoculare da impiantare. Questi esami possono comprendere l’analisi della refrazione e dell’acutezza visiva, nonché la misurazione della lunghezza del bulbo oculare (biometria oculare) per selezionare la lente appropriata.

Ulteriori valutazioni possono includere la biomicroscopia dell’endotelio corneale, l’ecografia bulbare e, se necessario, esami della retina come la tomografia ottica. Inoltre, potrebbero essere condotti test come la topografia e la tomografia corneali, la campimetria computerizzata e la pachimetria corneale, oltre alla valutazione della motilità oculare attraverso una visita ortottica.

L’intervento di cataratta

Inizialmente, potrebbe bastare aggiornare o modificare gli occhiali o le lenti a contatto. Tuttavia, se l’opacità progredisce e provoca una significativa riduzione della vista, oppure se il rinvio dell’intervento comporta un aumento dei rischi operatori, sarà necessario procedere con la chirurgia.

L’intervento per la cataratta si articola in quattro fasi principali:

  1. Incisione corneale: viene praticata una piccola incisione sulla cornea.
  2. Capsulotomia anteriore: si crea un’apertura circolare nella capsula anteriore del cristallino.
  3. Rimozione del nucleo catarattoso: il nucleo catarattoso viene frammentato e rimosso mediante ultrasuoni.
  4. Impianto di una lente intraoculare: questa lente sostituisce il potere diottrico del cristallino e consente di correggere eventuali difetti visivi preesistenti, come miopia, astigmatismo, ipermetropia o presbiopia.

L’intervento viene solitamente eseguito in anestesia topica, utilizzando un collirio anestetico, e non provoca dolore.

Femtocataratta

Oggi, una delle tecniche utilizzate per il trattamento della cataratta è l’intervento col laser a femtosecondi, noto anche come intervento di Femtocataratta.

Questo laser utilizza impulsi laser ad alta precisione che opera brevemente nella regione dell’ultravioletto eseguendo tutti i passaggi fondamentali dell’intervento senza usare il bisturi.

Chirurgo e laser lavorano assieme e coordinati; ciò offre una maggiore precisione e rende il decorso post-operatorio più semplice e veloce.

I laser a femtosecondi che uso maggiormente sono: LenSX (Alcon), Catalys Precision (Johnson & Johnson Vision) e VICTUS (Bausch + Lomb).

Cataratta e astigmatismo

La cataratta è una patologia oculare caratterizzata dall’opacizzazione del cristallino, una struttura trasparente situata all’interno dell’occhio che ha il compito di focalizzare la luce sulla retina. Questa opacizzazione può portare a una diminuzione della vista, che può essere corretta tramite un intervento chirurgico. Una delle principali preoccupazioni di coloro che si preparano a questa operazione è la possibilità di ottenere una visione chiara senza la necessità di occhiali o lenti a contatto.

L’astigmatismo è un’altra condizione oculare che può influenzare la capacità di vedere chiaramente sia da lontano che da vicino. Si verifica quando la cornea, la parte anteriore dell’occhio, presenta una curvatura irregolare, risultando così leggermente schiacciata. L’astigmatismo può essere presente prima dell’intervento chirurgico per la cataratta e può persistere anche successivamente. In passato, le lenti intraoculari (IOL) utilizzate durante la chirurgia della cataratta non erano progettate per correggere questa condizione.

Attualmente, sono disponibili lenti intraoculari speciali, note come IOL toriche, progettate per correggere l’astigmatismo durante l’intervento di cataratta. Queste IOL toriche operano in modo simile alle lenti a contatto morbide toriche, in quanto presentano poteri differenti su vari meridiani, permettendo di compensare l’asimmetria di potere tipica dell’astigmatismo.

La chirurgia della cataratta con l’uso di IOL toriche segue un procedimento simile a quello delle IOL convenzionali, ma con alcune differenze fondamentali. Prima dell’intervento, vengono effettuate misurazioni specifiche per determinare il potere corretto della lente torica e l’orientamento necessario per la correzione dell’astigmatismo. Durante l’operazione, la IOL torica viene impiantata nell’occhio e ruotata affinché sia allineata con l’asse dell’astigmatismo.

Utilizzare una lente intraoculare torica durante l’intervento di cataratta non aumenta il rischio di complicazioni, ma un’errata allineazione della lente torica può provocare una visione sfocata, difficile da correggere con occhiali o lenti a contatto. Per prevenire questo inconveniente, si può ricorrere a tecnologie avanzate come il Verion Vision System (Alcon). Questo sistema determina l’asse di impianto della lente attraverso un esame preoperatorio e lo proietta durante l’intervento direttamente nell’oculare del microscopio, evitando la necessità di marcare la cornea all’inizio della procedura. In questo modo, il chirurgo può allineare l’asse di impianto della lente con quello proiettato dal sistema Verion, riducendo al minimo il margine di errore.

Le IOL toriche che impianto maggiormente sono: AcrySof IQ Toric (Alcon), TECNIS Toric ZCT (Johnson & Johnson Vision), Ankoris (PhysIOL) e Precizon Toric (Ophtec).

Cataratta e presbiopia

Durante l’intervento di cataratta, il chirurgo impianta una lente intraoculare (IOL) nell’occhio del paziente. Nella maggior parte dei casi, vengono utilizzate lenti monofocali, che consentono una visione chiara a distanza senza astigmatismo.

Tuttavia, queste lenti sono adatte principalmente per chi ha bisogno di una buona visione a lungo raggio, ma potrebbero richiedere occhiali supplementari per la visione intermedia o da vicino. Se il paziente desidera ridurre al minimo l’uso di occhiali dopo l’operazione, dovrebbe considerare l’uso di lenti intraoculari multifocali.

Esistono diverse tipologie di lenti multifocali, tra cui:

  • Monofocali “Plus”
  • Lenti a profondità di fuoco “EDOF”
  • Multifocali “full range of vision”

Questi modelli sono attualmente tra i più innovativi disponibili sul mercato.

Lenti monofocali Plus

Le IOL monofocali “Plus” rappresentano una nuova generazione di lenti intraoculari monofocali, progettate per fornire una visione migliore a distanza intermedia rispetto ai modelli tradizionali. Queste lenti sono particolarmente adatte a chi conduce uno stile di vita attivo e ha bisogno di visione da vicino in modo occasionale, poiché per una visione ottimale da vicino sarà necessario utilizzare occhiali con una correzione di circa +2.00 diottrie.

Inoltre, le IOL monofocali “Plus” mantengono gli stessi vantaggi delle lenti monofocali tradizionali, come una bassa incidenza di aloni, abbagliamento e fenomeni di starburst della luce. Tra le lenti monofocali “Plus” più diffuse, spicca la TECNIS Eyhance di Johnson & Johnson Vision, molto apprezzata per le sue performance.

Le lenti a profondità di fuoco​ EDOF

Le IOL a profondità di fuoco “EDOF” sono lenti intraoculari progettate per fornire un’unica messa a fuoco continua, consentendo una visione di alta qualità fino a circa 60-70 cm di distanza e minimizzando i disturbi visivi post-operatori.

Queste lenti hanno destato un grande interesse, con studi che indicano che circa il 50% degli occhi trattati con le IOL “EDOF” presenta un’acutezza visiva per lontano paragonabile a quella delle lenti monofocali e un’acutezza visiva a 60 cm di almeno 8/10.

Adatte a una vasta gamma di pazienti, le IOL “EDOF” offrono una buona indipendenza dagli occhiali per molte attività quotidiane, come guidare, utilizzare il computer o il telefono cellulare. Tuttavia, per la lettura da molto vicino, sarà necessario indossare occhiali con una correzione di circa +1.00 diottrie. Un ulteriore vantaggio di queste lenti è la bassa incidenza di aloni, abbagliamento e fenomeni di starburst della luce, simile a quello delle lenti monofocali tradizionali. Tra le IOL “EDOF” più comunemente impiantate figurano AcrySof IQ Vivity (Alcon), RayOne EMV (Rayner), Lucidis (Sav-Iol Sa), Isopure (PhysIOL) e AT Lara (Zeiss).

Le lenti multifocali “full range of vision”

Le IOL multifocali “full range of vision” rappresentano una soluzione avanzata per i pazienti che desiderano una visione ottimale in ogni situazione. Queste lenti sono progettate con diverse zone ottiche, consentendo la visione a varie distanze, inclusa quella per lontano, la lettura e la visione intermedia.

Grazie a queste caratteristiche, le IOL multifocali “full range of vision” offrono un’eccellente chiarezza visiva a tutte le distanze, permettendo ai pazienti di condurre una vita attiva senza la necessità di occhiali. Tuttavia, è importante notare che queste lenti possono causare aloni, abbagliamento o effetti di starburst della luce durante le ore notturne; tuttavia, la maggior parte dei pazienti tende a non percepire o a considerare questi disturbi come poco significativi.

Tra le IOL multifocali “full range of vision” più comunemente impiantate ci sono l’AcrySof IQ PanOptix (Alcon), la Lentis MPlus MF30/20 (Oculentis) e la Precizon Presbyopic (Ophtec).

Decorso post operazione

Dopo l’intervento di cataratta, la vista del paziente sarà migliore già il giorno successivo. Tuttavia, è possibile che si avverta un lieve annebbiamento, che di solito si risolve nel giro di pochi giorni. Se la cataratta è bilaterale, è necessario effettuare due interventi separati, e potrebbe essere necessario un po’ di tempo affinché gli occhi tornino a funzionare in sincronia.

All’inizio, la sensibilità alla luce e la percezione dei colori possono risultare particolarmente accentuate, poiché l’occhio, che prima era affetto da cataratta, deve adattarsi alla nuova condizione. Fortunatamente, queste sensazioni tendono a diminuire nel corso di poche settimane, permettendo al paziente di recuperare una visione chiara e funzionale.

Una volta rimosso, il cristallino opaco è considerato risolto, ma può insorgere un fenomeno noto come cataratta secondaria. In questo caso, la capsula posteriore, che sostiene la lente intraoculare impiantata, può opacizzarsi. Questa situazione può essere affrontata in modo semplice e veloce attraverso una capsulotomia con YAG Laser, un intervento che si svolge in ambulatorio in pochi minuti e senza la necessità di incisioni chirurgiche.